Conservativa e endodonzia

Odontoiatria Conservativa a Milano

Odontoiatria Conservativa: cura e prevenzione della carie dentale

L’odontoiatria conservativa si occupa della prevenzione, della diagnosi e della terapia delle lesioni patologiche che interessano i tessuti duri del dente a causa di carie dentali e traumi. Ha lo scopo principale di rimuovere il tessuto malato e di riabilitare l’occlusione cercando di conservare al massimo la struttura dentale.

Per ripristinare la corretta anatomia del dente oggi si usano i compositi, materiali funzionali ed estetici per effettuare un’otturazione.

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Curiosità sull’odontoiatria conservativa e sull’endodonzia

La migliore arma per combattere la carie dentale è una sola: la prevenzione. Seguendo un corretto e sano regime di igiene dentale e prestando la giusta attenzione alla salute della bocca è possibile evitare la formazione di cavità ai denti. L’otturazione è un restauro utilizzato per riempire un dente danneggiato dalla carie o da un trauma. Esistono diversi tipi di otturazioni, ma la più comune è la resina composita. Le resine composite sono costituite da particelle di plastica e vetro e vengono incollate al dente con un cemento resinoso. Sono forti e durevoli e possono essere abbinate al colore del dente.

Le resine composite possono essere utilizzate per restaurare un singolo dente. Possono essere utilizzate anche sulle superfici interne ed esterne di un dente. Di solito sono meno costose di altri tipi di otturazioni e si legano al dente in modo da ridurre le probabilità di rottura o scheggiatura.

Nei casi in cui la carie dentale arriva a colpire il dente nella sua porzione profonda, la cosiddetta “polpa”, è necessario procedere con la “devitalizzazione” del dente. Questo si osserva quando le carie dentali hanno già eroso il primo strato dello smalto e vanno ad intaccare la dentina sottostante. A seconda della gravità dell’infezione sarà il compito dei vostri dentisti di fiducia quello di definire il miglior percorso per trattare l’elemento dentale in questione.

Entriamo quindi nel campo dell’endodonzia che consiste nella rimozione della polpa, nella pulizia dei canali radicolari e nella chiusura degli stessi con materiali e cementi biocompatibili. Questo è appunto il processo meglio conosciuto come “devitalizzazione”. 

In conseguenza di una grossa lesione cariosa o di un trauma il dente può perdere spontaneamente la vitalità ovverosia sviluppare una necrosi del tessuto pulpare che determina la formazione di batteri patogeni all’interno dei canali radicolari. Questi, insieme alle tossine prodotte, fuoriescono dall’apice del dente nell’osso creando un processo infiammatorio chiamato granuloma. In condizioni di buona salute generale le tossine sono subito bloccate dalle nostre difese immunitarie ed è per questo motivo che spesso queste lesioni sono completamente asintomatiche e diagnosticate solo da un esame radiografico. In casi di abbassamento delle difese immunitarie dovute, ad esempio, a un banale raffreddore, si può passare a una fase acuta, cioè l’ascesso, con conseguente stato di dolore e infiammazione. Ecco perché, una volta accertata la presenza del granuloma, è necessario rimuoverlo in quanto l’eventuale calo delle difese immunitarie del paziente, per un qualsiasi motivo, potrebbe consentire ai batteri che colonizzano l’interno della radice di passare nel circolo ematico e, attraverso questo, raggiungere ed installarsi in aree decisamente più importanti come valvole cardiache, reni, fegato, ecc., compromettendo la salute del paziente. 

E’ bene ricordare che quasi tutti i denti devitalizzati risultano più fragili rispetto ad un dente sano soprattutto quelli dei settori posteriori che sono soggetti a forze di masticazione importanti. Per questo si ricostruiscono quasi sempre inserendo all’interno dei canali dei piccoli perni in carbonio o in fibra di vetro per aumentare la ritenzione del materiale da otturazione e poi vengono protetti con una corona (capsula) o con un intarsio che è un’otturazione più estesa eseguita in laboratorio.